Mario Tamponi Zurück
La trasparenza di Giacomo e le molestie sessuali Giacomo, che parecchi ormai con distaccata riverenza chiamano don Giacomo, ha varcato da un pezzo la venerabile soglia dei 60 anni; ha celebrato solennemente e spensieratamente quel compleanno supertondo raccogliendo attorno a sè le amiche e gli amici ancora in vita. Qualche effetto collaterale dell’età l‘ha avvertito in seguito quando ha cominciato a vedere assottigliarsi di persone le strade e le piazze degli incontri e delle passeggiate tradizionali. Soprattutto guardando con immutato trasporto le belle ragazze si rendeva conto di essere visto sempre meno, come se stesse diventando trasparente. Tanti occhi diretti anche nella sua direzione non si fermavano su di lui neppure come su un oggetto, ma lo oltrepassavano come bucando il vetro o l’acqua distillata. Se per le ragazze lui non esisteva significava che, essendo lui fermamente convinto di esistere, a non esistere erano proprio le ragazze. Con l’effetto appunto che le strade e le piazze si spopolavano di loro, ma con conseguenze a dir poco straordinarie. Nell’immaginario lui continuava a vederle con la nitidezza e il fascino delle cose reali, anzi col vantaggio di poterle squadrare meglio e più a lungo senza infastidirle. Con l‘avvicinarle le sue emozioni si infittivano al punto tale da diventargli ovvio che l‘impassibilità delle ragazze ammirate dovesse essere interpretata come compiacenza e consenso, e una sua non corrispondenza sarebbe potuta apparire vile e scortese. A distanza ancor più ravvicinata Giacomo, interamente rientrato in se stesso e nel suo passato, si concedeva all’abbraccio romantico e a qualche bacio tra i più audaci. Oggi quel romanticismo si è trasformato in un tragico groviglio giudiziario. A scoppio ritardato di anni una di quelle ragazze, per Giacomo pensata inesistente anche dopo il bacio, ha osato denunciarlo per molestia sessuale. E quella prima denuncia, evidenziata da giornali, televisioni, reti e istituzioni del progresso civile, ha indotto tante altre vittime presunte, un esercito di ragazze, a rispolverare le umiliazioni subìte con altrettante denunce. Il fatto che ognuno di quei delitti differisse dagli altri per circostanze e modalità arricchiva all’inverosimile il lavoro dei tribunali tra le versioni di vittime e testimoni, le scintillanti arringhe dei numerosi avvocati di offesa e difesa, l’attesa paziente delle sentenze da parte di giudici adornati di porpora. Il fatto è che Giacomo dalle strade e le piazze si è trasferito interamente nelle aule e nei corridoi dei tribunali senza spiragli per una boccata d‘aria. Dei tribunali esaminatori dei suoi misfatti lui con la sua presenza assidua ne privilegia uno del centro, specializzatissimo in crimini sessuali e frequentato da una moltitudine di spettatori da cinematografo; nel groviglio giudiziario seguono soprattutto le testimonianze e le ricostruzioni delle vicende incriminate, le analisi forensi che indugiano sui dettagli piccanti. Giacomo spera che un pubblico così numeroso, reale o virtuale che sia, possa finire per tifare per lui ed essergli di sostegno. Pensa – anche se talvolta teme di illudersi – che la gente, che è ricca di sentimenti ed empatia, possa immedesimarsi nella sua situazione, nelle storie di trasparenze intrecciate, nei giochi dell’immaginario col reale, dell’eros sottile senza malizia… mentre i penalisti tendono invece a vedere un‘aggravante a suo carico proprio nella differenza di età tra vittime e molestatore. Si potrebbe supporre che Giacomo si senta oppresso da tante disavventure. Nella sua età avanzata trova invece confortante che tante ragazze, diventate inesistenti nelle strade e nelle piazze, se le ritrovi ora reali almeno nei tribunali a discutere di vita. Mario Tamponi